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Perché occuparci di Progresso Sociale?

Andrea Farinet

Perché occuparci di Progresso sociale? Esistono nuove idee di Progresso sociale? Ma, soprattutto, da questo punto di vista, stiamo progredendo o stiamo regredendo? Il nostro tessuto sociale regge i contraccolpi della pandemia, della crisi energetica, della guerra alle porte dell’Unione Europea, del disagio economico ed alimentare, dello squilibrio demografico, della contrapposizione tra élite e strati sempre più in difficoltà della nostra popolazione?

La Fondazione Pubblicità Progresso ha una storia gloriosa di campagne di comunicazione civile e sociale che hanno trasformato la consapevolezza civica del nostro Paese. Al nostro interno abbiamo sviluppato un dibattito aperto su come può essere posto, oggi come oggi, il tema del Progresso sociale. In forma, se possibile, originale, efficace ed autentica. Da quando, nel 2019, sono diventato Presidente, insieme al consiglio di amministrazione ed al vice-presidente Giangi Milesi, abbiamo scelto di sottolineare la nostra natura endemicamente super partes.

La nuova Pubblicità Progresso è, dichiaratamente, apartitica, apolitica, areligiosa. Le nostre campagne di comunicazione e innovazione sociale individuano un territorio comune e condiviso da sviluppare insieme. Il protagonismo divisivo non ci interessa. Le fazioni, gli interessi di parte, gli opportunismi li lasciamo fuori dalla nostra porta.

Ci sforziamo, invece, di costruire un territorio comune, un luogo di dialogo e di confronto. Dove siamo anche d’accordo nel poter essere in disaccordo. Esiste un verso a cui sono molto affezionato di Rumi, indimenticato poeta persiano del tredicesimo secolo: “Ben oltre le idee di giusto e sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù.”

Noi stiamo cercando di costruire questo tipo di campo. Perché? Perché ce lo impone la storia italiana ed occidentale. Perché è bello immaginarlo e, nel tempo, riuscire via via a popolarlo.

La crisi e le contraddizioni sociali ed ambientali del capitalismo di stampo anglosassone sono sotto gli occhi di tutti. La pericolosità culturale, oserei dire antropologica, del capitalismo digitale, sia di matrice statunitense che di stampo cinese, può uccidere la profondità delle nostre vite. Entra e pervade l’esistenza per trasformarci, subdolamente, in profili di consumatori attuali o potenziali da capitalizzare e rivendere. Non mi sembra una prospettiva molto gratificante.

Possiamo creare una via italiana ed europea al Progresso sociale che sia inclusiva, umanistica e promettente e anche “digitale”? Noi ci vogliamo provare e ci candidiamo al confronto pubblico con le nostre idee, le nostre proposte sviluppate all’interno della nostra community.

Per questo, quasi provocatoriamente, siamo diventati alla fine del 2019 una Fondazione tripla AAA. Cosa significa tripla AAA? Che abbiamo scelto una piattaforma tematica basata su tre temi centrali: Ambiente, Anima, Arte.     L’iniziale A ci piace perché induce un senso di priorità e di urgenza. Forse è giunto il momento di domandarsi in modo disincatato: cosa è veramente prioritario e fondamentale nelle nostre esistenze? Quale idea di società e di convivenza può dare un significato al nostro impegno?

La prima A è quella di Ambiente. La questione ambientale è ormai diventato un tema quotidiano. L’aria che facciamo sempre più fatica a respirare, l’acqua che scarseggia o, alternativamente, inonda e distrugge, la crescita delle temperature medie, la perdita di terre coltivabili, l’incombente necessità di rivedere modelli di consumo degenerativi come impatto ambientale e, perdonatemi ma sono valdostano, la crisi dei nostri meravigliosi ghiacciai alpini. E’ sotto gli occhi di tutti questa polarizzazione degli eventi climatici e metereologici. Stiamo imparando a convivere con una nuova estremizzazione delle manifestazioni naturali. Ma noi siamo l’ambiente nel quale viviamo. E noi italiani abitiamo una parte unica, meravigliosa e delicata, dal punto di vista idrogeologico, del nostro pianeta. Noi possiamo essere i candidati naturali a favorire la prevenzione, lo sviluppo di tecnologie e infrastrutture green, la crescita di logiche e nuovi comportamenti di autoprotezione civile.

Pubblicità Progresso propone di ascoltare gli scienziati più accreditati per i quali la gravità della situazione è ineludibile. La questione ecologica è centrale per il nostro futuro, le nostre vite e quelle di chi verrà dopo di noi. Tra catastrofisti e negazionisti, noi proponiamo una Terza via basata sulla misurazione scientifica, sulla salvaguardia della vita umana, animale e vegetale, sul rispetto dell’occupazione, sulla gradualità della transizione ecologica, sullo sviluppo, appunto, di nuove tecnologie green. Quanto blablabla ancora imperante nei salotti bene dove si mercifica l’istanza ecologica più genuina! Abbiamo ancora molto lavoro da fare.

La seconda A è quella di Anima. Quando nel 2019 proposi di mettere questo tema al centro della nostra attenzione, scrutai visi a volte incuriositi a volte disorientati.

Io penso che sia necessaria una riumanizzazione del nostro vivere civile e sociale. Da una visione troppo meccanicistica e materialistica è, forse, opportuno disegnare percorsi di socializzazione che tengano conto della centralità delle persone e della natura. Francamente si rileva un’affaticamento diffuso ad essere considerati, prevalentemente, come consumatori, risparmiatori e, al momento debito, elettori.      Il vuoto culturale e valoriale di troppi aspetti della nostra società favorisce veleni sociali molto pericolosi. Esibizionismo, narcisismo, materialismo, consumismo, invidia sociale, risentimento, frustrazione, senso di abbandono, smarrimento.

Non intendo rievocare orizzonti ancestrali via via smarriti, o sbiaditi, di fronte all’invadenza del progresso tecnico. Intendo ricordarci chi siamo per creare nuove basi su cui evolvere. Ricordo che l’etimologia di essere umano deriva, in primissima istanza, dalla radice sanscrita bhu, il luogo dove le creature vivono, che, in un secondo momento divenne nei secoli hu come iniziale anche in latino di humus, vale a dire Terra. Oriente ed occidente che ci ricordano che essere umani significa figli, creature generate dalla stessa Terra. Nel momento in cui si sta diffondendo una nuova tipologia di essere umano, vale a dire l’Homo Sapiens Digitalis, forse, è opportuno fermarsi a riflettere sugli impatti e le evoluzioni della nostra umanità.

Come abbiamo declinato, in prospettiva di crescita sociale, la nostra idea di Anima? Perché ideare e favorire una nuova educazione sentimentale al centro dei nostri comportamenti sociali?

Abbiamo individuato quattro pilastri tematici che possono dar luogo a comportamenti specifici, positivi o negativi. Aspirazione individuale, ascolto partecipe, atteggiamento costruttivo, aggregazione sociale.

Ognuno di noi viene al mondo con un talento, una vocazione, un’attitudine. Una società equilibrata e lungimirante tende ad offrire ai propri componenti, soprattutto a quelli più giovani ma ovviamente non solo, opportunità per familiarizzare e coltivare la propria aspirazione più profonda. Quali opportunità per conoscerci e riconoscerci in quanto essere umani unici? La soggettività individuale è un elemento di arricchimento della società che va coltivato e favorito. Noi, però, siamo realmente e autenticamente noi stessi solo all’interno delle relazioni che riusciamo ad attivare e a coltivare. La relazionalità sincera nasce dall’ascolto partecipe, fondato sul sentimento profondo di immedesimazione. Ascoltare gli altri in forma partecipe significa credere nel dialogo, nella possibilità che esistano altri modi di pensare. Significa, in altre parole, non avere pre-giudizi, non arrivare pre-venuti all’incontro, non nutrirsi di stereotipi. E dopo che abbiamo ascoltato, un altro grande tema è quello relativo al nostro atteggiamento. E’importante che sia partecipe, che sia costruttivo, che tenda a fondarsi su quello che unisce, più che sugli aspetti che inesorabilmente dividono. Senza atteggiamento costruttivo non c’è aggregazione sociale reale, autentica, reciproca. L’aggregazione sociale misura il sentimento di appartenenza di cui ognuno di noi ha bisogno come dell’ossigeno. Abbiamo la necessità di sentirci parte di un processo di miglioramento. Siamo quando condividiamo.

Non basta l’edonismo, l’esibizionismo diffuso sui social network, non serve a nulla il veleno sociale crescente rappresentato dal narcisismo patologico che spesso, in forma anche in questo caso subdola, ammorba le nostre vite. Noi siamo la qualità delle relazioni che viviamo, quanto ci identifichiamo negli obbiettivi delle organizzazioni nelle quali studiamo, lavoriamo, o ci appassioniamo come volontari. Condivisione, nella diversità delle esperienze e dei punti di vista, alla base di una visione di società moderna, eclettica, dialogante, fraternizzante.

Qui si pone il tema centrale del messaggio pubblicitario: “fate i bravi” non serve a molto, è sminuente per chi lo emette e per chi lo riceve. Spesso è addirittura controproducente. Ci servono nuovi linguaggi, nuove creatività e storie da individuare e valorizzare. Dove coltivare questa sperimentazione? Secondo noi ci può venire in soccorso la terza A, quella di Arte. Il mondo del linguaggio e della fruizione artistica costituisce il terzo pilastro tematica di Pubblicità Progresso. Ma chi se non noi italiani possiamo tracciare nuove vie in questo ambito? Possediamo il 60% circa dell’arte classica del mondo e la sola Toscana ha un patrimonio artistico classico superiore a quello dell’intera Spagna. L’Italia è il tempio della bellezza naturale, paesaggistica, artistica del mondo. Abitiamo un teatro a cielo aperto dove tutto è ispirazionale e creativo. Coltiviamo questo tempio, questo teatro, con passione e lungimiranza e avremo grandi soddisfazioni.

Perché può essere così centrale il ruolo dell’Arte nel Progresso Sociale? Un altro grande poeta che ho coltivato per molti anni, Josif  Brodskij, russo esule negli Stati Uniti, premio Nobel per la letteratura nel 1987, sepolto a Venezia, ci ha insegnato in Fuga da Bisanzio una grande verità. Eccola parafrasata: “……tre aspetti centrali della nostra vita l’Amore, il Tempo e l’Arte non sottostanno alle leggi della domanda e dell’offerta…..”. l’Arte è necessaria perché ci ricorda che non possiamo chiedere ai visitatori di un museo, agli spettatori di un concerto, ai lettori di un libro: quale arte volete? Quale arte preferite? Se pensiamo di chiederlo, di fare ricerche e interviste, quello che scaturirà in questo modo sarà tutto fuorchè Arte – con la A maiuscola – .  In un’epoca come quella contemporanea dove è stato mercificato e aziendalizzato quasi tutto, per fortuna, l’Arte autentica ed i suoi capolavori ci ricordano l’importanza del contrario: essere fedeli a sé stessi. Proporre empaticamente le proprie idee, le proprie proposte e poi aspettare un riscontro che può anche predisporci all’insuccesso. In questo alveo artistico può succedere l’inedito, l’imprevisto, possiamo uscire dagli stereotipi, dalle convenzioni e predisporci al Nuovo.

In questa prospettiva abbiamo realizzato lunedì 22 maggio 2023 a Milano al Palazzo delle Stelline il Primo Festival del Progresso Sociale. Un’occasione per conoscere, confrontarsi e maturare convinzioni ed opinioni più consapevoli. In questa prospettiva abbiamo sviluppato il nostro Advisory Board dove risiedono alcune delle personalità più emblematiche del panorama culturale, scientifico ed artistico italiano.

In questa sede desidero ringraziare tutti i componenti del nostro Consiglio di amministrazione con cui abbiamo condiviso questo nuovo percorso. Un grande grazie ai nostri giovani e autorevoli Social Ambassador che ci aiutano a proporre il nostro messaggio all’universo più giovane, ma non solo, della nostra popolazione. Un ringraziamento sentito a tutti i componenti del network Athena, una creatura di Rossella Sobrero che qui desidero ringraziare per l’impegno profuso in tanti anni nella nostra attività. Il mio ringraziamento più sentito si rivolge, naturalmente, ai nostri soci sostenitori che sono decisivi come contributo di idee e suggerimenti. Ringrazio tutti i nostri collaboratori, appassionati e meticolosi.

La loro opera competente, professionale e discreta è stata decisiva per la realizzazione di tutte le nostre iniziative, tra le quali il primo Libro Bianco.

Questo libro viene editato dalla Fondazione e avrà cadenza annuale.

Il Libro Bianco diventa Libro Aperto. Chiunque potrà essere ospitato con le sue idee e proposte di Progresso Sociale condiviso. Il nostro comitato editoriale valuterà in modo indipendente e riservato ogni singola proposta.

Il Libro Bianco sarà, comunque, sempre scaricabile gratuitamente dal nostro sito e costituirà una testimonianza vivente, in divenire, della volontà di confrontarsi e proporre innovazione culturale e sociale. Naturalmente la responsabilità relativa ai contenuti esposti rimane dei singoli autori, o coautori. Tra questi figura, in questa edizione, Maria Vittoria Lodovichi, componente del nostro Advisory Board e deceduta drammaticamente un’anno fa per un gravissimo incidente stradale. Maria Vittoria Lodovichi è stata una delle più serie ed autorevoli psicanaliste italiane. Ho avuto l’onore di potermi confrontare con lei su molti aspetti della nostra vita sociale. Esperta dei rapporti tra psicanalisi e letteratura ci ha regalato per questo Libro Bianco  un contributo bellissimo, il suo ultimo purtroppo, dal titolo: Amore e Arte. A lei va il nostro pensiero commosso.

Per concludere Gustav Mahler ci ha regalato un pensiero bellissimo: “….la tradizione non è il Culto delle Ceneri ma la Custodia del Fuoco….”. Questo libro è la testimonianza che Fondazione Pubblicità Progresso vuole provare a custodire il Fuoco del Progresso Sociale.

Andrea Farinet è pronto a supportarti!

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